La sfida che ha guidato la mia ricerca musicale fino ad ora è l’idea che l’ottavino possa esistere anche come voce solista, oltre che come parte di un grande ensemble. La nuova letteratura per ottavino, capace di soddisfare ogni attrattiva musicale, è stata composta nel orso degli ultimi 30 anni.
La mia ricerca intorno a una metodologia di insegnamento per lo studio dell’ottavino è basata sulla convinzione che sia uno strumento che offre molte possibilità espressive e che possa essere uno strumento affascinante e suggestivo. Oltretutto, l’ottavino è brillante, sa essere scherzoso come capace di toccare le più intime corde del nostro inconscio.
Studiare l’ottavino aggiunge valore alla qualità della performance flautistica. Non dobbiamo pensare che lo studio dell’ottavino possa danneggiare la nostra capacità di suonare il flauto. Al contrario, la grande flessibilità richiesta dall’ottavino si tradurrà in termini positivi nello sviluppo delle nostre capacità flautistiche. Si potrebbero tuttavia riscontrare dei problemi nel caso in cui durante lo studio dell’ottavino avvenisse un restringimento delle labbra senza un adeguato supporto respiratorio. Pertanto, non assottigiliare l’embochure, cosa che ridurrebbe lo spazio nella vostra cavità orale, e mantenere sempre un supporto adeguato.
E’ necessario trovare la migliore collocazione per la propria embochure sull’ottavino. Non c’è un punto fisso, in quanto dipende dallo spessore delle vostre labbra. Generalmente questo luogo è collocato leggemente sopra il punto di contatto con il flauto.
L’ottavino è molto più sensibile del flauto e perfino piccolissimi cambiamenti dell’embochure e del supporto possono provocare grandi differenze nell’intonazione e nella qualità del suono. In altre parole, lo studio dell’ottavino richiede una scrupolosa attenzione ai dettagli. Non dovremmo porre in relazione la posizione di una nota con un accordatore, ma piuttosto ascoltarla internamente, cosa che conduce allo sviluppo di un perfetto orecchio musicale capace di correggere ogni problema di intonazione.
Dobbiamo essere in grado di identificare i tre intervalli perfetti all’interno del sistema temperato: l’ottava, la quinta e la quarte. Nella terza ottava non è facile indentificare gli intervalli corretti. L’aiuto dell’accordatore è concesso, a patto che non vada a sostituire l’orecchio.
Non dobbiamo mai suonare distaccati dal pensiero e dalla piena consapevolezza del nostro corpo.
Dobbiamo sempre essere consapevoli di come si muovono le nostre dita, specialmente quando dobbiamo coordinare movimenti opposti. La mano sinistra richiede una posizione più chiusa, rispetto a quanto richiede il flauto; l’altezza delle chiavi è minore, provocando spesso una maggiore difficoltà di coordinazione, in particolare quando dobbiamo contemporaneamente sollevare alcune dite e abbassarne altre.
Avviciniamoci allo studio dell’ottavino con entusiasmo e buona volontà. Possa la nostra pratica del piccolo essere utile per una nostra evoluzione musicale generale.
Contenuti:
Parte 1: Suono; Supporto dell’aria, posizione della laringe e dell’embochure. Sviluppo del suono attraverso la pratica di esercizi che comprendono anche famose melodie.
Parte 2: Scale e Arpeggi.
Parte 3: Melodie, Opere, Lieder: selezione di brani per la pratica e il consolidamento.